
COME È NATA L’ASSOCIAZIONE RUVUMA ONLUS
La storia della nostra Associazione, per chi crede nella Provvidenza, è una sequenza di suoi interventi, essendone io, all’inizio, strumento docile ma non inerte, e successivamente tante altre persone agenti più o meno nello stesso modo.
Ovviamente, per chi non crede nella Provvidenza, ci si può riferire alla buona sorte, che ha costruito un filo continuo che ha portato un episodio a proseguire, con efficace dissolvenza incrociata, nel successivo.
Sia vera l’una o l’altra ipotesi, il punto di partenza della sequenza fu Don Tullio Contiero, Cappellano dell’Università di Bologna, prete duro, prete libero: “Sia maledetta la scienza che non si trasforma in amore”, diceva.
Libero, ma ( e ) probabilmente santo.
L’iniziativa nasce da quel che vidi quando nel luglio 1990 accompagnai mio figlio in Tanzania, in un viaggio organizzato per gli studenti dell’università di Bologna. In quell’occasione compresi – perché solo entrando nel vivo in certe situazioni le si possono davvero comprendere – che è dovere e interesse di ciascuno di noi contribuire a ridurre il divario con i cosiddetti paesi in via di sviluppo, soprattutto quando, come per la Tanzania, la via dello sviluppo è lunga e percorsa assai lentamente.
Rientrato in Italia, presi con mia moglie Adele, la decisione di accantonare una somma aspettando “l’occasione propizia” per destinarli a un progetto di solidarietà per la Tanzania. Nel 1992 costituimmo…
Il nome dell’associazione fu suggerito dall’oggi Cardinal Polycarp Pengo, Arcivescovo di Dar es Salaam, che conobbi grazie a Don Contiero: Ruvuma è il nome di un grande fiume che attraversa le zone più povere della Tanzania e costituisce il confine con il Mozambico.

A Vittorio Tison – che purtroppo moriva a alcuni mesi prima dell’inaugurazione, senza avere la gioia di assistere all’avvio dell’opera da lui fortemente voluta – è subentrato il suo e nostro amico dottor Giuseppe Travaglini, medico chirurgo, vicepresidente e responsabile dell’attività sanitaria, che, grazie alla sua rete di conoscenze ed alla stima di cui gode negli ambienti medici, ottiene la continua collaborazione di medici, personale paramedico, e tecnici delle diverse specialità.
Ma Vittorio desiderava anche realizzare in Tanzania un Laboratorio di Anatomia Patologica: il testimone di quel suo desiderio fu raccolto dal dottor Francesco Callea, attualmente anche primario all’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Su suggerimento del Cardinal Pengo, andammo a realizzarlo nel grande Ospedale Bugando, a Mwanza, sulle rive del Lago Vittoria: Francesco ne diventò il responsabile e, dopo qualche mese, anche docente di quella disciplina nella Facoltà di Medicina che la Cornell University di New York istituì proprio a Mwanza.
Nel corso degli anni l’Associazione ha proseguito la propria opera, interpretando in modo ampliato l’intento iniziale di dare ai tanzani un migliore accesso a Sanità e formazione professionale, sia nell’Ospedale, chiedendo ai volontari italiani di svolgere la propria opera sempre affiancati da colleghi – medici, infermieri, tecnici – tanzani, sia fornendo annualmente borse di studio a studenti della Scuola Professionale di Mtongani, sia attivandosi in progetti poi proseguiti da altri enti e altre persone, grazie alla credibilità acquisita agli occhi delle autorità tanzane.
È doveroso ricordare che in Tanzania come del resto in altri paesi africani, molti italiani laici dedicano volontariamente le proprie ferie a lavori di ogni genere e ad addestrare la popolazione locale in varie attività manuali. Tutti loro accomunati dal desiderio di portare aiuto e solidarietà ai poveri d’Africa.
Altre occasioni propizie per aiutare l’Africa più povera e lontana non mancano, e la strada per arrivarci ha sempre e solo lo stesso nome: solidarietà.
Rodrigo Rodriquez
presidente